NISCEMI. Si allarga il fronte dei cittadini indagati per le ripetute invasioni pacifiche avvenute negli anni scorsi della base della Marina militare statunitense di contrada Ulmo, dove è stata realizzata la quarta stazione mondiale di telecomunicazione satellitare, in sigla Muos.
Dopo i 129 avvisi di conclusione delle indagini, notificati nei giorni scorsi ad altrettante persone dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Gela, indagate per vari reati commessi in occasione delle due azioni di protesta del 9 agosto 2013 e del 25 aprile 2014, sfociate con l' ingresso abusivo nel presidio Usa, definito un sito di interesse militare per lo Stato italiano, ieri un' altra tranche di 50 analoghi avvisi è arrivata a un altro gruppo indagati.
La notizia è stata comunicata da un responsabile del Comitato No Muos di Niscemi, il quale riferisce che gli avvisi riguardano una cinquantina di partecipanti alla manifestazione organizzata dal Coordinamento regionale No Muos il 21 settembre del 2013, quando era stata programmata una giornata da trascorrere all' interno della Riserva naturale orientata della Sughereta di Niscemi, in prossimità della base militare a stelle e strisce, dove era in pieno fermento il cantiere per la costruzione delle tre colossali parabole del Muos.
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