GELA. Due ex detenuti disoccupati di Gela, i fratelli Rocco ed Angelo Bassora, dopo avere scontato 16 anni di carcere, il primo, 10 anni, il secondo, per estorsione e spaccio di stupefacenti, hanno deciso di protestare, con uno sciopero inverso, cioè lavorando gratuitamente, contro l'impossibilità di trovare un'occupazione a causa dei loro precedenti. Puliscono le aree pubbliche della città senza ricevere un centesimo. Per vivere si affidano ai 90 euro al mese che il Lions Club eroga loro come contributo per mantenere pulita la villetta dell'Acropoli, e ai proventi di qualche vincita con biglietti della lotteria «gratta e vinci» buttati via da giocatori distratti. «Qualche volta ci va bene», dice Angelo Bassora raccontando ai cronisti che, qualche settimana fa, nel cestino di una tabaccheria, hanno trovato un biglietto strappato, sul quale invece era riportata la vincita di mille euro. A bloccare ogni loro possibilità di trovare lavoro interverrebbe il protocollo di legalità voluto dal governatore, Rosario Crocetta, quando fu sindaco di Gela. Le ditte non possono assumere i Bassora perché rischierebbero di apparire collusi con la mafia in quanto ai due è stata riconosciuta l'aggravante di avere agevolato le cosche, anche se loro giurano di non essere mafiosi. Per Rocco Bassora «è come se avessero condannati al carcere a vita noi e le nostre famiglie». A nulla sono valsi gli sforzi di avere costituito da tre anni un'associazione di ex detenuti e una cooperativa di servizi denominata «la Rinascita».