GELA. La parola d'ordine è ribellarsi e denunciare. Ma non è sempre così facile perché bisogna prima avere la consapevolezza di essere vittime di violenza, superare la paura, trovare il coraggio e poi affidarsi nelle mani delle forze dell' ordine e dei magistrati. E che ancora ci sia tanta paura nel denunciare, lo dimostra anche il fatto che lo sportello antiviolenza "Anghelas" inaugurato a Gela lo scorso marzo e promosso dall' assessorato ai servizi sociali, in otto mesi ha ricevuto solo 5-6 telefonate. "Non di più", dice con rammarico l' assessore ai Servizi sociali del Comune di Gela, Licia Abela. "Abbiamo a disposizione un' equipe pronta ad aiutare coloro che subiscono violenza fisica e psicologica ma ciò nonostante in pochi si sono rivolti a noi. Come se il problema non esistesse e invece sappiamo benissimo che il problema esiste". DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE DELLA SICILIA ORIENTALE DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE