GELA. Giusy Savatta, la donna di 41 anni di Gela accusata di aver ucciso le sue due bambine, Sofia e Gaia di 9 e 7 anni, non appena sarà dimessa dall’ospedale in cui si trova ricoverata, verrà trasferita in carcere. E’ quanto ha disposto il Gip Lirio Conti che ha convalidato l’arresto, così come chiesto dalla Procura. Intanto, dalle indagini emergono nuovi particolari. Le bambine sarebbero morte per asfissia. Questo quanto emerso dai primi esiti dell’autopsia. La donna le avrebbe strangolate con le sue mani. Poi, dopo il duplice omicidio, Giusy racconta agli inquirenti, di aver tentato il suicidio ingerendo candeggina e con il flessibile di una doccia stretto al collo. Il marito sarebbe uscito da casa intorno alle 8 del mattino e sarebbe rientrato alle 13, mezz’ora prima del previsto. E’ stato proprio lui a trovare a terra i corpi senza vita delle due bambine. La moglie invece era nella vasca da bagno. Ancora sconosciuto il movente. “C’è un profilo da valutare – ha detto il procuratore di Gela, Fernando Asaro – dal punto di vista psichiatrico. Non ci sono elementi per poter stabilire perché l’ha fatto. Da mesi la coppia parlava di un’eventuale separazione ma non possiamo al momento stabilire che sia stata questa la causa che ha provocato nella donna la furia omicida. Non siamo in grado di dichiarare che da parte dell’indagata ci sia stato un ravvedimento. Ha dato una spiegazione compatibile con il suo stato”. I dettagli sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa, indetta dal Procuratore di gela, Fernando Asaro. Presenti anche il Comandante Provinciale, Gerardo Petitto, il Comandante del Reparto Territoriale di Gela Antonio De Rosa e il Tenente Francesco Ferrante.