GELA. Il duplice delitto sarebbe avvenuto, secondo il medico legale, tra le 9 e le 12,30 di martedì, per "asfissia meccanica violenta". Viene escluso, al momento, il ricorso alla candeggina come arma di morte. Secondo gli inquirenti, Giuseppa Savatta ha strangolato le figlie e poi ha tentato di suicidarsi. A tre giorni dalla tragedia di Gela, delle due sorelline Maria Sofia e Gaia uccise dalla madre, il procuratore capo, Fernando Asaro, ha fatto il punto delle indagini in una conferenza stampa alla presenza dei carabinieri. Il padre delle vittime, Vincenzo Trainito, che si trovava fuori casa per lavoro, è rientrato mezz'ora prima del previsto, alle 13, con la spesa in mano, ed ha trovato le bambine, Maria Sofia, di 9 anni, e Gaia, di 7, ancora in pigiama, distese a terra, senza vita. Il suo grido di sgomento e di orrore ha richiamato i vicini che hanno dato l'allarme alle forze dell'ordine e al 118, mentre l'uomo cercava di salvare la moglie che stava tentando di ammazzarsi, in bagno, impiccandosi con il tubo della doccia attorno al collo. Ancora poco chiaro il movente del duplice delitto. Asaro ha parlato di "gesto imprevedibile" dicendo che i due coniugi avevano discusso a lungo di una possibile separazione, in maniera civile, senza che nulla lasciasse presagire una svolta così drammatica alla vicenda. Consulenze e perizie psichiatriche stabiliranno le reali condizioni mentali della donna, ancora ricoverata in ospedale, nei cui confronti il gip Lirio Conti ha convalidato l'arresto per duplice omicidio aggravato dalla discendenza. I risultati dell'autopsia sulle due bambine si conoscerà fra 60 giorni. Ieri sono stati celebrati i funerali in una città in lutto e in una chiesa madre gremita di gente e di fiori bianchi come le due bare candide di Sofia e Gaia.