Caltanissetta

Lunedì 25 Novembre 2024

Ossa in un lago nel Novarese, forse di un nisseno scomparso nell'87

OMEGNA. Solo gli esami del dna sui resti umani trovati sulla minicar recuperata ieri sul fondo del lago d'Orta potranno far luce su un giallo che sarebbe iniziato trent'anni fa. L'ipotesi è che si tratti delle spoglie di due amici scomparsi nel gennaio del 1987, Luciano Genduso, che all'epoca aveva 66 anni, e Donato Musto, di 74. Di loro non si era saputo più niente e intorno alla loro scomparsa col tempo erano state costruite anche le ipotesi più fantasiose. Come quella che fossero fuggiti in un paese lontano dopo una grossa vincita al lotto.
"Mi ricordo - racconta un giovane di Omegna - che i miei genitori parlavano spesso di quest'ipotesi nelle chiacchiere in città". Lentamente poi la storia era caduta nell'oblio, le ricerche erano state sospese. Nella zona del lago d'Orta non ci sono parenti dei due scomparsi, il primo originario di Caltanissetta, il secondo di Potenza. La prima cosa che gli esami specialistici dovranno accertare è se le ossa trovate in fondo al lago appartengono davvero a due persone o a una soltanto, come si era ipotizzato in un primo momento.
A trovare la minicar e a scoprire i resti umani nella carcassa sono stati sommozzatori, per recuperarli sono state necessarie sei ore di lavoro. La minicar trovata in fondo al lago d'Orta con resti umani, probabilmente di due uomini scomparsi 30 anni fa, apparteneva a uno dei due. E' la prima certezza nelle indagini dei carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Verbania, Sveva De Liguoro. Il sulky infatti risulta intestato a uno degli scomparsi, ma i carabinieri non hanno voluto precisare quale, mentre dell'altro passeggero è stata ritrovata la carta di identità. L'ipotesi è che la minicar sia finita nel lago sbandando sul fondo ghiacciato di una strada che percorreva il tratto di riva dove oggi c'è solo una passeggiata. Le ossa ritrovate sono all'obitorio dell'ospedale di Verbania in attesa dell'esame del dna. Si stanno anche rintracciando i parenti dei due scomparsi per il riconoscimento di alcuni oggetti trovati nel sulky: un paio di occhiali e un anello.
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