NISCEMI. «Seppi che Barberi e Rinzivillo erano coinvolti nel delitto Pepi, uno dalla testa dura». A sostenerlo è stato l’ex compare del boss «Piddu» Madonia e poi a capo del mandamento di Vallelunga, Ciro Vara, collaborante da quattordici anni o poco meno, che ha deposto per videoconferenza al processo d’appello per i delitti di Niscemi e ha puntato l’indice contro alcuni tra gli otto imputati. Compreso il boss Madonia del quale è stato più che suo stretto mentore. Gli agguati su cui s’è soffermato ieri mattina Vara deponendo per videoconferenza sono quelli dell’imprenditore niscemese Francesco Pepi che - la sera del 14 febbraio 1889 - è stato ucciso a colpi di pistola per essersi ribellato al racket delle estorsioni; ancora Giuseppe Vacirca pure lui freddato a colpi d’arma da fuoco il 19 agosto del ’90 e, infine, Gaetano Campione assassinato il 22 ottobre dello stesso anno. Gli ultimi due, pure loro niscemesi, secondo la tesi della magistratura e di alcuni collaboranti, sarebbero stati eliminati durante una violenta guerra di mafia tra Cosa nostra e Stidda. E i due sarebbero stati proprio uomini delle cosiddette «schegge impazzite». DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE DELLA SICILIA ORIENTALE DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE