RIESI. Sono la procura nazionale antimafia e la procura generale di Roma a volere il carcere duro per un boss di Riesi. Che dal tribunale di sorveglianza romano se lo era visto revocare. Ma contro l'eventuale ammorbidimento del regime detentivo sono state le stesse procure a ricorrere in Cassazione chiedendo che il capomafia di Riesi, Francesco Cammarata (assistito dall'avvocato Vincenzo Vitello) rimanga sottoposto al 41 bis. Il tribunale di sorveglianza del capoluogo laziale ha accolto nei mesi scorsi l'istanza del boss che, adesso, è stata impugnata. Sì, perché i giudici della Capitale in precedenza hanno ritenuto fondate le motivazioni sostenute dalla difesa del boss. Adesso si profila un nuovo atto, l'ennesimo, che ruota attorno al regime carcerario di uno della triade dei “fratelli terribili” di Cosa nostra a Riesi, come gli inquirenti lo hanno ritenuto. Lo stesso che è stato già costretto a convivere con questo suo stato detentivo disposto, su richiesta della magistratura, dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE DELLA SICILIA ORIENTALE DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE