CAMPOFRANCO. «Perché? perché?» hanno ripetuto continuamente la moglie Maria e i figli Mariangela, Salvatore e Giuseppe, durante i funerali celebrati ieri pomeriggio nella chiesa Madre, strapiena di parenti, amici, conoscenti. Mentre ai presenti affiorava alla mente la tragica immagine del fiume Platani che straripava e inghiottiva, nell’oscurità della serata di domenica scorsa, il 67enne Giovanni Mazzara di Campofranco, nei pressi della stazione di Castronovo (PA), Statale 189 AG-PA.
«Una tragedia che ci ha sconvolto e addolorato tutti e che ci fa riflettere sul significato e sul valore della vita, - ha detto don Alessandro Rovello all’omelia -. Ma adesso bisogna vincere il dolore con l’amore e trasformare il dolore in forza per continuare a vivere. So che è difficile, ma bisogna vincere il dolore».
Tra i presenti i tre superstiti, che viaggiavano nella stessa auto sommersa dalla fanghiglia, Giovanni Morreale, Lillo Schillaci e Franco Ricotta. Poi l’intera compagine dell’Atletico Campofranco, di cui il Mazzara era un accanito tifoso e sostenitore. Proprio quella fatale serata tornava in paese dopo aver assistito alla partita del campionato di Eccellenza del “suo” Atletico, a Palermo. E tutti ritornavano in paese allegri e contenti perché la squadra aveva recuperato un risultato pieno contro il Castelbuono.
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