GELA. «Occorre unire le forze se si desidera davvero vedere la propria città risorgere». Lo scrivono il vescovo della diocesi di Piazza Armerina, monsignor Rosario Gisana, il Clero di Gela e l’osservatorio pastorale cittadino in un passo della «lettera aperta alla città di Gela» che oggi sarà letta ai fedeli di tutte le parrocchie gelesi, durante le messe domenicali, nella «Giornata della vita».
«La crisi occupazionale, in particolare quella dell’indotto Eni - si legge - rappresenta il primo e più immediato tassello di un mosaico di emergenze economiche, sociali e umane».
«La riconversione voluta dall’Eni - scrive ancora il vescovo - sembra ancora lontana e nelle famiglie c'è la paura di prospettarsi un futuro. Al di là di qualche manifestazione a carattere cittadino - si legge ancora nella lettera - di fatto è mancata nella quotidianità quella spinta propulsiva di idee e iniziative. Sono mancate la costanza e l'energia della proposta e dell’impegno».
Quindi viene sottolineata l’urgenza di un «accorato richiamo alla coscientizzazione». «A ciascuno - ecco l’invito diretto del vescovo Rosario Gisana - secondo il proprio ruolo e impegno, è chiesto di compartecipare alle risoluzioni».
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