GELA. Esplode la rabbia dei cittadini, a Gela, che protestano per la penuria d'acqua in molti quartieri della città. Rubinetti a secco da una settimana anche nel centro storico dove numerosi esercizi pubblici e qualche istituto scolastico si sono visti costretti a sospendere l'attività. In quattro dei rioni più popolosi, Caposoprano, Fondo Iozza, Scavone e Macchitella, l'acqua arriva torbida dal 27 gennaio e perciò dichiarata non potabile con una ordinanza del sindaco, Domenico Messinese. La si può usare solo per i servizi igienici. Il prolungarsi dell'anomalia avrebbe dovuto costringere la gente (molti però non l'hanno fatto) a usare l'acqua minerale non solo per bere ma anche per lavarsi e per sciacquare frutta e verdura, con costi insostenibili. Dopo le interrogazioni di alcuni consiglieri comunali, anche il sindaco ha alzato la voce e convocato il gestore unico, Caltaqua, l'Ato idrico di Caltanissetta e i rappresentanti di Siciliacque, sollecitandoli a completare con urgenza gli interventi necessari a garantire un servizio accettabile. Sul tavolo del confronto anche la richiesta di riduzione della tariffa per il periodo di non potabilità. Ma appena finita la riunione si è avuta notizia della ennesima rottura di una tubazione, quella che alimenta i serbatoi di San Leo da dove l'acqua arriva per caduta ai «funghi» di Caposoprano e Montelungo che riforniscono mezza città. E da domani niente acqua a tempo indeterminato, nemmeno quella tanto criticata per la sua torbidità.