CALTANISSETTA. Domani l’associazione “Casa Famiglia Rosetta” celebrerà i 25 anni della sua presenza in Rondonia, Brasile data in cui è stato inaugurato il primo servizio, La Comunità Terapeutica “Porto della Speranza" per il recupero di giovani con dipendenza da sostanza.
L’Arcivescovo di Porto Velho, capitale della Rondonia, Mons. Roque Paloschi, celebrerà la Messa e a Caltanissetta, gli operatori della associazione Casa Famiglia Rosetta” Italia, condivideranno questo momento, anche attraverso un collegamento.
L’iniziativa è stata presentata ieri in una conferenza stampa nella sede di contrada Bagno. L'associazione “Casa Famiglia Rosetta”, fondata in Sicilia, nei primi anni '80 da padre Vincenzo Sorce e un gruppo di collaboratori, è una organizzazione senza scopo di lucro, riconosciuta di pubblica utilità e registrato nei principali organi e consigli.
Fondata in Rondonia il 13 febbraio del 1992, nei suoi 25 anni, sviluppando i suoi programmi e servizi mirati alla prevenzione, recupero e reinserimento sociale dei giovani e delle donne dipendenti da sostanze psicoattive e le loro famiglie; alla riabilitazione, istruzione e assistenza sociale ai bambini e adolescenti con disabilità e le loro famiglie; all’istruzione e la formazione degli operatori attraverso attività di formazione.
La sua missione è quella di offrire riabilitazione alle persone attraverso azioni di promozione della salute, l'istruzione, sociale, culturale, sportivo, spirituale, che contribuiscono allo sviluppo socialmente responsabile della comunità. Le attività mirano a garantire l'accesso della comunità a beni e servizi che rendono efficaci i diritti fondamentali dei cittadini, come ad esempio il diritto alla vita, il benessere sociale, l'istruzione, la salute, la cultura, al lavoro, alla vita sociale e comunitaria.
«La Comunità in Brasile – ha detto padre Sorce - è il laboratorio della civiltà dell'amore, per una cultura della vita, dal momento che i giovani della comunità sono costruttori di sé e degli altri, per dare vita ad una nuova società. Un giorno, mentre Don Vincenzo nel rispondere a una richiesta di aiuto da parte del Comune di Vizzini, in Sicilia, incontrò Padre Enzo Mangano, missionario in Brasile, che gli disse "Qui si è disponibili ad aiutare, noi in Brasile siamo soli. Dammi una mano”».
Il suo appello è stato sincero, e Padre Vincenzo ha proposto di formare come operatori delle dipendenze alcuni giovani brasiliani. Lo stesso giorno Padre Vincenzo si mise in contatto con l’Arcivescovo José Martins da Silva, e in pochi mesi condusse quattro dei giovani di Porto Velho in Sicilia per una attività formativa intensiva: Lourena, Rui, Janilda e Gesù. Dopo pochi mesi, un gruppo di venti persone, tra volontari e dipendenti, con padre Sorce si recò in Brasile. La dura realtà della regione, le condizioni di vita delle persone, lo convinsero che non era più possibile vivere tranquilli, quando c'era ancora tanta ingiustizia e la sofferenza.
«Tutti - disse il sacerdote - siamo chiamati a vivere e ad agire concretamente per condividere con gli altri ciò che abbiamo e ciò che siamo». Così l'associazione senza retorica, nella semplicità, senza alcuna pretesa di risolvere i problemi del mondo, decise di offrire la sua testimonianza di servizio e azioni. Così è nata il 13 febbraio 1992, la Comunità di “Porto della Speranza” per tossicodipendenti a Porto Velho in Rondônia, con la prima squadra di operatori formati.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia