SAN CATALDO. Non si diradano le ombre sullo scenario in cui sarebbe maturata l’odissea di una giovane di San Cataldo che, per cinque giorni, sarebbe stata tenuta prigioniera da un gruppo di stranieri che avrebbe abusato di lei, riempiendola di droga e facendola prostituire. Sì perché su quanto sarebbe accaduto la sera prima, quella in cui sarebbe avvenuto il presunto rapimento della ragazza, è ancora buio fitto. E i primi testi chiamati ieri in aula, due giovani invitati a quella stessa festa, non hanno sciolto i dubbi. Anzi il quadro si sarebbe fatto in qualche modo più intricato. Perché insieme a qualche «adesso non ricordo», sarebbero emerse talune discrepanze rispetto sia alle rispettive ricostruzioni, che alle versioni dei fatti che in precedenza hanno riferito ai carabinieri. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE DELLA SICILIA ORIENTALE DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE