GELA. Polemiche a Gela tra il M5s e la chiesa evangelica di via Caronda per la controversa interpretazione di un manifesto religioso che annunciava la testimonianza di due confratelli «finalmente liberi, uno dalla tossicodipendenza l’altro dall’omosessualità, grazie alla loro fede». Per i pentastellati non si può fare intendere che di omosessualità si può guarire come se fosse una malattia, e scrivono di una «Gela catapultata indietro di 50 anni». Poi, dicendosi «profondamente offesi», si scagliano contro il sindaco, Domenico Messinese, per avere concesso il teatro comunale «Eschilo» a un «evento che - scrivono in un loro blog - non poteva essere sicuramente svolto in un luogo pubblico e a carico dei cittadini» ai quali sarebbero state date "informazioni errate, discriminando chi ha orientamenti sessuali diversi». Il M5s ha quindi lanciato l’hashtag "#iosonoomosessuale» ricordando che Gela ha saputo sempre "trattare con maturità ed etica» questi temi tant'è che «in tempi non sospetti ha saputo eleggere per ben due volte un sindaco omosessuale, che è poi stato portato dai siciliani alla conduzione della Regione». I l pastore della chiesa evangelica, Samuele Bruno, dal canto suo ha spiegato che scrivere «libero dall’omosessualità» non significa parlare di guarigione nè definire malattia una tendenza sessuale», mentre il testimonial religioso (un giovane di 29 anni) ha raccontato di essersi "liberato della omosessualità grazie alla fede e alla preghiera», in una sorta di conversione e di dedizione alla chiesa