MUSSOMELI. Aveva semplicemente chiesto ai familiari di un paziente di lasciare la stanza per poterla pulire. È bastato questo a scatenare la lite e poi l'aggressione nei confronti di un inserviente dell’ospedale Longo di Mussomeli. Un semplice battibecco - come ricostruito nelle pagine del Giornale di Sicilia oggi in edicola - che negli istanti successivi è degenerato nell’aggressione fisica. Il parente infatti ha sferrato un pugno al volto dell’addetto alle pulizie, da lì le cure al pronto soccorso e l'intervento dei carabinieri. Ma quello di Mussomeli è solo l'ultimo dei casi di aggressione registrati negli ospedali siciliani. Decine gli episodi da Palermo a Caltanissetta. Emblematico il caso del medico aggredito al pronto soccorso dell'ospedale Vittorio Emanuele, il professionista era "colpevole" di essersi rifiutato di fornire l'identità di una donna che, ore prima, era stata medicata per un incidente stradale. Un allarme che ha richiamato l'attenzione dell'Ordine dei Medici, con il presidente di Palermo, Toti Amato che aveva chiesto il ripristino dei posti di polizia all'interno delle aree di emergenza. E anche l'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, aveva sentito la necessità di convocare in udienza i rappresentanti dell’ordine dei medici, il rettore dell’Università e i dirigenti sanitari per discutere su come gestire queste situazioni. Osvaldo Barba, coordinatore provinciale oltre che dirigente nazionale del Nursind, testimonia che «nella provincia di Caltanissetta, soltanto negli ultimi sei mesi si sono verificate 20 aggressioni ai danni del personale sanitario. La maggior parte dei casi avvengono all’interno dei Pronto soccorso ma non di rado episodi anche gravi accadono pure negli altri reparti. Questo è un dato che collima con quello nazionale».