GELA. Interrogati dal Gip Lirio Conti, negano nella maniera più assoluta le accuse che gli vengono mosse. Sostengono di non essere spacciatori ma di aver fatto spesso andata e ritorno da Catania e Palermo, dalle città di approvvigionamento solo perché sono degli assuntori. Qualcuno si sarebbe recato fino a Palermo per risparmiare sull’acquisto della dose quotidiana. E’ il quadro che emerge, dagli interrogatori, nell’ambito del blitz antidroga “Tomato”, condotto dai Carabinieri e coordinato dalla Procura e che ha portato all’esecuzione di sedici misure di custodia cautelare. Giuseppe Fecondo, interrogato dal Gip, alla presenza del suo avvocato difensore, Salvo Macrì, ha negato le accuse che gli vengono mosse, sostenendo di essersi recato a Palermo, per risparmiare qualcosa. A Palermo la droga costa di meno, il prezzo è più conveniente.