RIESI. Nuovo atto, già in avvio non avaro di sussulti per la riapertura dell’istruttoria, per quello che la procura nissena ha sempre etichettato come un figlicidio. Quello di Riesi. Con il padre già condannato a «fine pena mai», che torna alla sbarra nel tentativo di vedersi riformare il primo verdetto che lo ha inchiodato, nella maniera più pesante possibile, sulle proprie responsabilità.
È l’imprenditore sessantaseienne di Riesi, Stefano Di Francesco (assistito dagli avvocati Michele Micalizzi e Giampiero Russo), alla sbarra per il processo d'appello, dopo che la corte d'Assise di Caltanissetta presieduta da Mario Amato (a latere Valentina Amenta) l'11 maggio dello scorso anno lo ha condannato all’ergastolo per omicidio volontario. Motivando poi il verdetto tra le righe di centoventi pagine.
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