RIESI. No al faccia faccia in aula tra due ex uomini di Cosa nostra e un riesino che avrebbe contribuito ad attirare in una trappola la vittima di un delitto. La difesa li avrebbe voluti uno di fronte l’altro, ma dalla corte ieri è arrivato il diniego. E la parola andrà direttamente alla procura generale di Catania perché tragga le sue conclusioni. Le dovrà formulare nei confronti degli otto imputati del processo d'appello per il delitto del riesino Michele Fantauzza, vittima di «lupara bianca». Prima sparito e poi sepolto dentro la sua auto, come fosse una bara, cinque metri sotto terra in un cantiere della «Coop costruttori».