CALTANISSETTA. Prima l’arresto, ora la condanna e senza pena sospesa. Gli è costata cara, carissima, l’infatuazione per una prof. E lui, ingegnere che si sarebbe ampiamente smarrito per una cotta, non solo ha dovuto mandare giù l’amaro calice del rifiuto da parte di lei, ma ora dovrà pure risarcirla. A questo si è aggiunta la pena della reclusione.
È la stangata piovuta sul capo del quarantunenne ingegnere di Butera che ieri, in abbreviato, è stato condannato a un anno e 8 mesi per atti persecutori nei confronti di una insegnante nissena (assistita dall’avvocato Giuseppe Dacquì) che si è costituita parte civile. Ed a lei il suo spasimante, non corrisposto, dovrà anche versare una provvisionale di 5 mila euro oltre a un risarcimento secondo l’entità che poi stabilirà il giudice civile. Inoltre, quando avrà saldato la sua pena – non gli è stato concesso il beneficio della sospensione – dovrà pure scontare un anno, in regime di misura di sicurezza, in un istituto di custodia e cura. Già, perché gli è stato riconosciuto un vizio parziale di mente.