Incendi dolosi in Sicilia, stretta sui controlli: a Mussomeli il settimo arresto in una settimana
CALTANISSETTA. Incendi in Sicilia e sempre più spesso dolosi, basta dare un'occhiata ai numeri: sette gli arresti solo nell'ultima settimana di uomini sorpresi ad appiccare il fuoco. L'ultimo caso è delle ultime ore, con i carabinieri di Mussomeli che hanno arrestato, in flagranza di reato, un disoccupato di 34 anni residente in provincia di Agrigento con l'accusa di incendio boschivo, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate. L'uomo avrebbe appiccato le fiamme in vari punti nell'area boschiva tra Comitini, Campofranco e Milena. L'uomo è stato sorpreso mentre appiccava il fuoco alle sterpaglie ed è fuggito col suo furgoncino. Dopo un rocambolesco inseguimento e una colluttazione i militari sono riusciti a bloccare il piromane. I due carabinieri e l'indagato sono dovuti ricorrere alle cure sanitarie dell'ospedale di Mussomeli: sono stati tutti dimessi con prognosi di pochi giorni. Le operazioni di spegnimento dell' incendio sono durate ore anche con l'utilizzo degli elicotteri della forestale. Venerdì altri due casi. Uno in provincia di Palermo, a Cefalù, dove la polizia ha fermato Antonino Fertitta, 38 anni, accusato di incendio doloso, continuato e aggravato, sui boschi e sulla macchia mediterranea, con pericolo agli edifici e danni sull'area protetta del parco delle Madonie. Il 3 e il 4 agosto in contrada "Ferla", erano stati appiccati una decina di incendi. Furono anche minacciate diverse abitazioni. I residenti come vere sentinelle per evitare i roghi degli scorsi anni non hanno mai smesso di controllare la zona. Così immediatamente avevano raccontato agli agenti del commissariato di Cefalù di avere visto un uomo appiccare i roghi. Le testimonianze e le indagini hanno consentito di acquisire elementi contro Fertitta che hanno portato all'arresto. Tra martedì e mercoledì sono stati due gli arresti a Sciacca, altrettanti a Ragusa, uno in provincia di Trapani. Cinque persone, in totale, finite in manette e per tutti ancora una volta l'accusa è di avere provocato incendi in Sicilia, proprio mentre interi territori della regione venivano devastati dalle fiamme. Tre operazioni arrivate due giorni dopo il blitz di Ragusa che aveva portato all'arresto del quarantaduenne Davide Di Vita con altri quattordici indagati a piede libero. Si tratta di vigili del fuoco volontari del distaccamento di Santa Croce Camerina che avrebbero attivato, con chiamate dai propri cellulari o da quello di parenti, interventi per incendi o animali vaganti in strada. In realtà non c'era alcun intervento da fare, ma era solo un modo per percepire la somma di circa dieci euro l'ora prevista per i volontari. I casi della scorsa settimana, invece, riguardarono 3 episodi distinti. A Sciacca Francesco Salvagio, 48 anni, e Paolo Raso, 69, sono stati arrestati dai vigili del fuoco del comando provinciale di Agrigento, mentre appiccavano un incendio nei pressi di monte San Calogero a Sciacca (Ag). I pompieri erano intervenuti per circoscrivere e domare le fiamme. Hanno però individuato e bloccato, in flagranza di reato, i due mentre erano nella zona di contrada Cutrone. Gli arrestati sono stati portati nelle camere di sicurezza della polizia di Stato. I due sono ai arresti domiciliari. A Ragusa, invece, la polizia ha arrestato due rumeni ubriachi che stavano appiccando un incendio boschivo sulla strada provinciale Vittoria-Scoglitti. Grazie alla segnalazione di un cittadino la volante del commissariato di Vittoria ha colto in flagranza i due che hanno anche aggredito gli agenti per tentare di fuggire. I due rumeni, dopo una notte in discoteca, - dice la polizia - hanno innescato ben otto focolai al fine di dar fuoco ai terreni coltivati. La polizia ha spento alcuni focolai mentre per gli altri è stato necessario il lavoro dei Vigili del Fuoco. Il gip ha convalidato gli arresti applicando la misura cautelare in carcere. Altro caso nel Trapanese: Fabio Milazzo, 20 anni, di Alcamo è stato arrestato in contrada Monte Porcello, a Salaparuta, dai carabinieri e da uomini del corpo forestale regionale di Castelvetrano perché ritenuto responsabile di un incendio appiccato in area boschiva di proprietà demaniale, estesa circa ettari 60.