SAN CATALDO. È riproducendo buoni postali realmente esistenti, con la presunta complicità di un sospetto basista, che avrebbero incassato i soldi. Titoli che sarebbero stati negoziati da apparenti intestatari che chiedevano poi l’emissione di vaglia che successivamente altri avrebbero incassato. E ognuno di loro, pure agendo in maniera slegata, avrebbe avuto un presunto ruolo.
A cominciare da un dipendente postale degli uffici di Sommatino, il trentaseienne, Giuseppe Gloria (difeso dall'avvocato Giuseppe Giardina) sancataldese d’origine, che è stato tirato in ballo per le ipotesi di peculato e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.