RIESI. È nel silenzio più assoluto, in un’atmosfera irreale, che Corte ha emesso il suo verdetto: ergastolo. Tra l’impassibilità dell’imputato e gli abbracci e le lacrime dei familiari di vittima e carnefice.
Un pronunciamento che ha marchiato un imprenditore come figlicida. Un sigillo pesantissimo che, tuttavia, non ha segnato alcun confine tra vinti e vincitori. Perché non ve ne sono.
Lui, il padre, il sessantaseienne di Riesi, Stefano Di Francesco (avvocati Michele Micalizzi e Giampiero Russo) per i giudici dovrà trascorre il resto della sua vita dietro le sbarre. Certo il verdetto non è definitivo. E il dramma della stessa famiglia è ancor più amaro per la morte del loro ragazzo, il trentunenne Piero Di Francesco che, per i magistrati, sarebbe caduto proprio per mano del genitore.
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