GELA. Sarebbero almeno quattro le coltellate all’addome che hanno determinato ieri sera, a Gela, la morte del disoccupato Maurizio Peritore, di 33 anni, ucciso per futili motivi dal proprio cognato, Giuseppe Cinardi, di 50 anni, al culmine di una lite, sotto casa, nella quale anche lui è rimasto ferito gravemente da un fendente allo stomaco. I medici dell’ospedale Vittorio Emanuele lo hanno operato d’urgenza con esito positivo, ma la prognosi resta riservata.
L’uomo, che ha sposato la sorella di Peritore, è accusato di omicidio volontario e si trova piantonato dai carabinieri nel suo letto del reparto chirurgia. Tra i due cognati i rapporti sono stati sempre molto tesi, per fattori caratteriali ma anche per rancori personali maturati da attriti tra le loro famiglie, assegnatarie di alloggi popolari in palazzine adiacenti, in via Attica, nel quartiere Scavone, a ovest della città, teatro dello scontro.
Secondo la ricostruzione dei fatti, effettuata dai carabinieri che conducono le indagini, la lite tra i due cognati sarebbe iniziata verbalmente alle 17 e avrebbe avuto più fasi. Ancora poco chiari i motivi. La moglie di Peritore avrebbe tentato di separarli ma è rimasta ferita leggermente a un braccio e allontanata bruscamente dal marito, pochi istanti prima di cadere sotto i fendenti del Cinardi.
Telefonante anonime hanno fatto accorrere i carabinieri e un’ambulanza del 118 con la quale l’omicida, è stato trasferito in ospedale.
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