CALTANISSETTA. Associazione mafiosa ed estorsione. Queste le contestazioni per cui, a vario titolo, da ieri sono tornati ufficialmente alla sbarra due degli oltre venti coinvolti nella maxi inchiesta ribattezzata «Redde rationem» su mafia, pizzo e appalti. Per loro è la quarta parentesi processuale da celebrare dopo il passaggio in Cassazione che ha inferto un colpo di spugna al precedente grado del giudizio. Con una nuova appendice che ancora sta muovendo i primissimi passi.