CALTANISSETTA. Non reggono le accuse alla sospetta banda, di uomini e donne, accusata di avere raggirato e derubato in casa un pensionato. Al quale, con l’illusione di una possibile relazione sentimentale, sarebbero stati rubati un bel po’ di quattrini. Qualcosa come 5 mila euro. Ma le contestazioni mosse a carico dei quattro imputati, alla fine, non hanno più retto perché non s’è raggiunta la prova della loro ipotetica colpevolezza. Da qui l’assoluzione nei confronti di Michele Tortorici di 50 anni, del nipote, Massimo Tortorici di 41, Vincenza Di Biase, 55 anni e Gemma Cannizzo di 36 (difesi dagli avvocati Giuseppe Dacquì, Manuela Micale e Maria Stella Calabrese) tirati in ballo per furto aggravato. Quello che il 20 settembre del 2014, secondo l’accusa, avrebbero messo a segno in casa di un adesso 88enne, M.C., che non si è poi costituito parte civile.