RIESI. Vent’anni di galera per un omicidio. Quattro lustri di carcere chiesti dai pm per avere ucciso il padre. Stessa richiesta è stata avanzata dalla procura per un secondo sicario. Questo, nei «numeri», quanto ha sollecitato ieri pomeriggio l’accusa nei confronti di due giovani che hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato.
Sono il ventottenne di Riesi, Rocco Tabbì (difeso dagli avvocati Sergio Iacona e Giuseppe Dacquì) e il cognato, l’operaio trentaseienne, pure lui riesino, Angelo Bartoli (difeso dagli avvocati Giovanni Maggio e Michele Ambra).
Entrambi hanno poi ammesso di avere fatto fuoco contro il cinquantasettenne riesino Francesco Tabbì, padre di uno dei due imputati, assassinato la mattina del 10 dicembre di due anni fa a colpi di fucile e pistola. Quanto alle richieste di parte civile, il gup Marcello Testaquatra ha ammesso la costituzione della compagna della vittima, Maria Pace (assistita dall’avvocato Vincenzo Vitello), mentre è stata negata alla figlia di lei, Valentina Patrì.
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