GELA. La Procura della Repubblica di Gela ha aperto un procedimento penale sui gravi disservizi nella raccolta dei rifiuti in città negli ultimi giorni. Gli accertamenti sono stati delegati alla compagnia della Guardia di Finanza e al Nucleo operativo dei carabinieri di Gela che dovranno individuare eventuali responsabilità e accertare le cause dell’emergenza. «La procura di Gela, con i suoi accertamenti preliminari - ha detto il procuratore capo, Fernando Asaro - intende verificare perché da quasi 20 giorni la città è invasa dai rifiuti». L’indagine, di cui è stata data notizia oggi, in realtà risulta avviata da diversi giorni e, come annunciato dallo stesso magistrato, «presto se ne conosceranno i risultati». Nel mirino di Guardia di Finanza e carabinieri ci sono gli uffici comunali del settore ambiente e la Tekra, la ditta campana appaltatrice del servizio. In questa emergenza-rifiuti colpisce in particolare l’assenza di apparenti, giustificati motivi, quali lo sciopero del personale o una qualsiasi interruzione nella filiera dei servizi di nettezza urbana. Tutto funziona regolarmente tranne il ritiro straordinario dell’immondizia abbandonata per strada dai cittadini che non rispettano i turni di raccolta differenziata. Un servizio, questo, che al Comune costa quasi 5 milioni all’anno e che va catalogato come debito fuori bilancio da sommare ai 7 milioni da capitolato per il normale smaltimento quotidiano dei rifiuti. Un costo «eccessivo e ingiustificato», a parere del consiglio comunale che ha bocciato le scelte del sindaco, Domenico Messinese (ex M5s), respingendo la sua richiesta di aumento del 40% della tassa sui rifiuti (Tari) e di riconoscimento dei debiti extra, pari a 10 milioni di euro, accumulati col servizio straordinario. Ieri, Messinese, su sollecito dell’ufficio d’igiene dell’Asp n.2 di Caltanissetta, ha emesso un’ordinanza con la quale dispone la rimozione dei cumuli d’immondizia e la bonifica dei luoghi. Ma si cerca ancora l'impresa che possa farlo a costi più vantaggiosi rispetto alla Tekra. «Noi cerchiamo eventuali elementi di rilievo penale - puntualizza il procuratore Asaro - le responsabilità politiche, se ci sono, non sono di nostra competenza»