"Quel giorno e in quelle ore non ero in paese, ero a Mazzarino con mia moglie per una visita medica". È l’alibi del sospetto sicario. Di colui che, secondo il teorema accusatorio, avrebbe fatto fuoco contro un operaio riesino, uccidendolo. S’è difeso, dinanzi il gip del tribunale di Termini Imerese – perché è lì che si trovava già detenuto ancor prima del blitz per via di una rapina – da parte del ventinovenne, pure lui di Riesi, Michael Castorina (difeso dall’avvocato Vincenzo Vitello), tirato in ballo per l’agguato al trentottenne Salvatore Fiandaca,ucciso a colpi d’arma da fuoco il 13 febbraio scorso. Anche se lui, il presunto killer, un alibi lo avrebbe. "Quel giorno – s’è difeso ieri Castorina rispondendo alle domande del gip – io, mia moglie e un’altra persona eravamo al poliambulatorio di Mazzarino per una visita medica di mia moglie. Siamo tornati a Riesi dopo mezzogiorno e solo dopo ho appreso dell’omicidio". Questa la tesi a discolpa dell’indagato per omicidio. La notizia completa nel Giornale di Sicilia in edicola