«L’ecocardio è rotta da sette mesi, può andare a Gela o farla a pagamento privatamente» così si è sentito rispondere Michele Pagano, un nisseno che aveva necessità di far visitare il padre settantenne malato di cuore.
Qualche mattina addietro si è recato all’ospedale Sant’Elia all’ufficio prenotazioni e questa è stata la sorpresa, o accompagnare il genitore anziano e sofferente di cuore per una visita al Vittorio Emanuele di Gela oppure recarsi in una struttura privata.
C’è tanta amarezza nelle parole di Michele Pagano che ha deciso di denunciare il disservizio, ma più che altro fare luce sui punti oscuri della sanità nissena. Problematiche che coinvolgono anche gli altri ospedali siciliani ma che in un ospedale di secondo livello non dovrebbe accadere. «Mi sono mortificato –ha detto Pagano- quando mi hanno risposto in questo modo. Portare una persona malata sino a Gela non è semplice, e soprattutto è nostro diritto essere curati nella città dove paghiamo le tasse».
L'articolo nell'edizione della Sicilia Orientale del Giornale di Sicilia