Caltanissetta

Giovedì 28 Novembre 2024

Le estorsioni, un omicidio, la droga: colpo alla mafia a Mussomeli, 14 arresti

Colpo alla mafia a Mussomeli. I carabinieri del Ros hanno dato esecuzione a diciassette provvedimenti cautelari per associazione di stampo mafioso, omicidio, estorsione e traffico di stupefacenti. Sono nove le persone arrestate: Claudio Rino Di Leo, Calogero Maurizio Di Vita, Antonio Calogero Grizzanti, Giuseppe Modica, Francesco Pollara, Vincenzo Scalzo, Angelo Schillaci, Antonino Tusa, Domenico Vaccaro. Sono cinque le persone per cui sono stati disposti gli arresti domiciliari: Domenico Avarello, Nicolò Falcone, Salvuccio Falcone, Antonino Lattuca, Calogero Modica. I destinatari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, sono tre:  Alexander Giulio Lattuca, Domenico Mangiapane, Giovanni Siragusa. I diciassette indagati sono ritenuti appartenenti alle famiglie mafiose ricadenti nel mandamento di Mussomeli, composto dalle famiglie di Campofranco, Montedoro, Serradifalco, Sutera, Bompensiere. Gli inquirenti hanno tenuto sott'occhio durante l'attività investigativa Domenico Vaccaro, Calogero Modica, Claudio Rino Di Leo e Antonio Calogero Grizzanti. Grazie a pedinamenti ed intercettazioni di Di Leo, legato da vincoli di parentela a Vaccaro, è stato confermato il suo ruolo all'interno della famiglia di Campofranco, scoperta la disponibilità di armi, un'attività di spaccio tra Campofranco, Mussomeli e Vallelunga Pratameno. Le indagini hanno avuto uno sviluppo grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Carruba, ritenuto uomo d’onore e già rappresentante della famiglia di Campofranco, arrestato nell’aprile 2011 a seguito dell’operazione del Ros “Grande Vallone”. Grazie alle rivelazioni di Carrubba e di altri collaboratori è stato possibile fare luce su diversi episodi estorsivi ad imprenditori edili.  È emerso anche il ruolo di vertice all'interno della famiglia di Campofranco ricoperto da Calogero Modica. Inoltre è stata fatta luce sull'omicidio di Gaetano Falcone ucciso a Montedoro il 13 giugno 1998. Secondo quanto riscontrato dagli inquirenti il mandate dell'uccisione è stato Domenico Vaccaro che non solo avrebbe voluto vendicare la morte del fratello Lorenzo e di  Calogero Carruba, ma avrebbe anche prevenuto una possibile azione nei suoi confronti progettata dagli appartenenti ad una corrente di cosa nostra contrapposta alla sua che avrebbero voluto scalzarlo dal vertice della provincia mafiosa di Caltanissetta di cui Falcone era un esponente di spicco. Vaccaro si sarebbe avvalso della collaborazione di Nicolò Falcone, di Antonio Tusa e Giuseppe Modica.  Secondo gli inquirenti a pianificare l’omicidio sarebbero stati di Lorenzo Vaccaro e Calogero Carrubba, mentre gli esecutori materiali sarebbero stati Angelo Schillaci e Maurizio Carruba.

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