Da collane di libri di valore a monete e monili. Questo e altro avrebbero acquistato da una società collegata alla Zecca di Stato per poi rivendere il tutto su un sito internet. È il leitmotiv dell'inchiesta che, alla fine, ha trascinato in giudizio un piccolo esercito d'imputati.
Qualcosa come diciotto in tutto che oggi sono chiamati sul banco degli imputati. Perché la procura ha contestato loro, seppur passando per qualche distinguo, l'accusa di truffa aggravata in concorso.
Imputazione che pende sul capo del quarantadunenne Giovanni Capuzzo amministratore unico della «Scalia srl», del quarantatreenne Massimo Siracusa e del cinquantunenne Vincenzo Pillitteri suoi collaboratori e che avrebbero un ruolo un po' differente dalla sequela di presunte truffe.
Al loro fianco, sotto accusa, una schiera di acquirenti ritenuti compiacenti.
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