"Se non facevi parte di Confindustria venivi accusato di essere mafioso". Lo ha sostenuto questa mattina l'imprenditore Salvatore Virzì rispondendo come teste alle domande dell'avvocato Giuseppe Panepinto, nel corso dell'udienza del processo che si celebra in ordinario sul cosiddetto "Sistema Montante", l'ex presidente di Sicindustria condannato a 14 anni in abbreviato per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo al sistema informatico. Diciassette gli imputati che hanno scelto il rito ordinario. "Sono presidente dell'Assioe - ha continuato Virzì - un'associazione di cui fanno parte gli imprenditori delle zone industriali di Grottadacqua, Calderaro e San Cataldo Scalo, nata per poter interloquire con le istituzioni. Purtroppo le istituzioni non ci ascoltano e per esempio in contrada Grottadacqua non c'è acqua potabile. Si tratta di un territorio mortificato dal fatto di non avere servizi. E' quella la mortificazione non essere accusati di essere mafiosi". Tornando indietro nel tempo Virzì ricorda: "Nel 2013 stavamo facendo un'assemblea nella sede dell'Asi e fummo fotografati tutti. Ci venne detto che da soli non saremmo andati da nessuna parte. Antonello Montante non l'ho mai conosciuto e non è mio interesse incontrarlo. Noi non abbiamo mai attaccato Confindustria, ma tutti ci dicevano attenzione che queste aziende squaglieranno in mano a dei controlli". Virzì ha poi risposto alla domanda dell'avvocato Carlo Taormina sul perché l'associazione aveva deciso di non andare in Confindustria: "Per rimanere liberi, nessun altro motivo". (ANSA)