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Presunto trafficante di migranti, l'eritreo Berhe ancora "trattenuto" a Caltanissetta

Medhanie Tesfamarian Berhe, l'odissea continua: resta infatti 'trattenuto' nel Centro di permanenza e rimpatri di Pian del Lago a Caltanissetta. Lo ha deciso il giudice monocratico del Tribunale di Caltanissetta, Calogero Cammarata, convalidando la richiesta di trattenimento formulata dalla questura di Palermo. Berhe è il falegname eritreo condannato venerdì scorso a cinque anni dalla Corte di assise di Palermo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Corte di assise che, però, ne aveva disposto l'immediata scarcerazione dopo avere ammesso l'errore di persona e disposto la rettifica delle generalità dell'imputato: il detenuto da giugno del 2016 non è il generale Mered Medhanie Yedhego, pericoloso capo di una associazione a delinquere transnazionale che si arricchisce con il traffico di migranti, ma, appunto, il rifugiato eritreo in Sudan, Medhanie Tesfamarian Berhe.

Venerdì subito dopo la pronuncia della sentenza il legale di Berhe, Michele Calantropo, aveva fatto sapere di avere presentato istanza di asilo politico per il suo assistito. "Si tratta di un provvedimento illegittimo, l'ennesimo - dice l'avvocato Michele Calantropo - per cui proporremo immediato ricorso in Cassazione. Cercheremo e troveremo un giudice che finalmente applichi le norme vigenti".

Venerdì scorso Berhe aveva lasciato il penitenziario di Pagliarelli non da uomo libero - come disposto dalla sentenza - ma su una volante della Polizia che lo ha accompagnato al Cpr di Caltanissetta, in attuazione del "decreto sicurezza". Venerdì, sempre al Centro di Pian del Lago, si riunirà la Commissione che dovrà decidere sulla istanza di asilo politico avanzata da Berhe.

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