Stroncato un traffico sostanze stupefacenti a Gela. Sedici le misure cautelari eseguite all’alba dai carabinieri del Reparto territoriale, con una ventina di perquisizioni disposte dalla Dda di Caltanissetta. Colpita un’associazione a delinquere dedita allo spaccio di cocaina, hashish e marijuana. Impiegati oltre 90 carabinieri nelle province di Caltanissetta, Milano, Treviso, Siracusa, Agrigento e Ragusa. Nell’indagine, denominata «Boomerang», i militari hanno ricostruito i canali di ingresso dello stupefacente a Gela per un giro di affari stimato in almeno 35 mila euro al mese. In carcere sono finiti Giacomo Gerbino, 46 anni; Salvatore Gambino, 34 anni; Rocco Luca Carfì, 37 anni; Gaetano Renna, 36 anni; Giuseppe Celona, 25 anni; Bartolomeo Palmieri, 29 anni; Salvatore Piva, 27 anni; Carmelo Pelligra, 23 anni; Giuseppe Iapichello, 28 anni; Gianfranco Vasile, 30 anni; Fortunato Vella, 39 anni; Giovanni Tummino, 32 anni; Virgilio Terranova, 38 anni e Salvatore Biundo, 39 anni. Ai domiciliari Emanuele Iapichello, 51 anni, e Salvatore Graziano Biundo, 39 anni. E’ stata inoltre denunciata una donna, S.L., compagna di uno degli arrestati per concorso nel danneggiamento seguito da incendio di un’auto, per rivendicazioni personali. «Emerge un quadro di alta delinquenza da parte dei soggetti che sono coinvolti. Alcuni incendi sono collegati a vicende personali mentre altri sono collegati all’esigenza di recuperare i crediti che maturavano a seguito del traffico di sostanze stupefacenti», ha affermato il procuratore di Caltanissetta, Amedeo Bertone illustrando i dettagli dell’operazione «Boomerang». «Sicuramente - ha aggiunto Bertone - il territorio di Gela è quello che nell’ambito del distretto di Caltanissetta sembra avere una particolare predisposizione verso questo tipo di traffici illeciti. Sono stati inoltre sequestrati ingenti quantitativi di stupefacenti a conferma della particolare propensione verso quest’attività. Si tratta di un ottimo risultato che è stato conseguito grazie anche alle capacità da parte dei carabinieri di seguire i soggetti intercettati e quindi si è avuta la possibilità di avere una serie di riscontri alle pur generiche indicazioni che si percepivano durante i colloqui». Il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Baldassare Daidone ha parlato di «un territorio particolarmente complicato. L’attività ci ha permesso di disarticolare un sodalizio molto importante. Non spacciavano al minuto, perché troppo rischioso, ma svolgevano attività di intermediazione fra le piazze di Catania per la cocaina e l’hashish e quella vittoriese per la marijuana. Fornivano droga alla piazza di Gela ma a volte c'erano scambi fra vittoriesi e catanese. È emerso dalle indagini che esponenti dei Rinzivillo parlavano con gli indagati e gli stessi indagati avevano anche rapporti con la stidda a conferma che non si fanno più la guerra ma adesso collaborano nella gestione delle attività illecite».