Carcere a vita per il figlio del boss di Riesi. Poi una pioggia di condanne, altre 21 in tutto, per omicidi, mafia, estorsioni, armi e droga, mentre in tre sono stati assolti da ogni capo d'imputazione. Tutti e 25 sono finiti al centro del maxi dossier «De Reditu» e hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. E ne sono usciti con pene che oscillano da un minimo di sedici mesi fino al carcere a vita. Il «fine pena mai» è piovuto sul capo del quarantaduenne riesino Giuseppe Cammarata, figlio del capomafia Pino, (difeso dall'avvocato Vincenzo Vitello) tirato in ballo per l'omicidio di Gaetano Carmelo Pirrello. Segue, con 16 anni di reclusione, Rosolino Li Vecchi (avvocati Vincenzo Vitello e Carmelo Terranova) accusato dell'uccisione di Angelo Lauria e per il quale era stato chiesto l'ergastolo; è di 26 anni la condanna inflitta a Massimo Amarù (difeso dall'avvocato Danilo Tipo) che - secondo l'accusa - avrebbe preso parte, con ruoli più o meno di primo piano, ai delitti di Pino Ferraro e Gaetano Carmelo Pirrello e alla fallita imboscata a Salvatore Pasqualino; sono 20 gli anni per Gaetano Forcella (avvocato Vincenzo Vitello) accusato del delitto di Michele Fantauzza; e, sempre in relazione agli agguati, è di 14 anni la pena per il neo collaborante riesino, Carmelo Arlotta (avvocato Manfredo Fiormonti) sotto accusa per l'omicidio di Gaetano Carmelo Pirrello. Agli altri venti imputati sono stati contestati i reati, a vario titolo, di mafia, estorsione, armi e droga. E tra loro la pena più severa, ossia 21 anni di carcere (il pm aveva chiesto 16 anni) è stata inflitta a colui che è ritenuto un personaggio chiave dell'intero scenario, il trentasettenne Daniele Fantauzza - figlio maggiore di Michele Fantauzza vittima della lupara bianca nel lontano 1997 - che sul groppone s'è ritrovato le accuse di mafia, estorsione, associazione finalizzata allo spaccio, smercio di stupefacenti e detenzione abusiva di armi. L'articolo completo nell'edizione di Agrigento, Caltanissetta ed Enna del Giornale di Sicilia di oggi.