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Caltanissetta, paziente deceduto al Sant'Elia: i reati sono stati prescritti

È trascorso troppo tempo dalla morte di un paziente e il giudice monocratico del tribunale ha chiuso il processo a carico di tre medici del reparto di ematologia del «Sant'Elia» dichiarando la prescrizione. Ma c'è da dire anche in via preliminare che durante il dibattimento sarebbe emerso che un paio di medici, tra coloro che sono finiti sotto accusa, non sarebbero stati presenti nel reparto oggetto di indagine al momento del tragico epilogo. A cominciare dal primario.

È stato adesso lo stesso giudice Emanuela Carrabbotta, e il pm Chiara Benfante s'è associata alla risoluzione, a interrompere l'attività per chiudere definitivamente la parentesi processuale perché la vicenda è ormai troppo datata per non andare in prescrizione.

Così si conclude il procedimento che è stato istruito a carico del primario dell'unità di ematologia-talassemia, il sessantaquattrenne Michele Rizzo (assistito dall'avvocato Giacomo Butera), della sessantunenne Maria Flavia Fiorenza (assistita dagli avvocati Giuseppe Panepinto e Massimo Dell'Utri) e della quarantaquattrenne Pamela Murgano (difesa dall'avvocato Mauro Di Natale), finiti in giudizio per omicidio colposo in concorso.

L'imputazione è legata al decesso del cinquantenne Luigi Cacciatore morto in ospedale all'alba del 15 febbraio di sette anni fa. I suoi familiari hanno poi scelto di non costituirsi parte civile nel procedimento che ne è derivato.

L'articolo completo nell'edizione di Agrigento, Caltanissetta ed Enna del Giornale di Sicilia di oggi.

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