Omicidio aggravato. Questa l'accusa nei confronti di Maurizio Quattrocchi, il 47enne originario di Mazzarino, che dopo aver ucciso la moglie Zinaide Solonari, a Martinengo, in provincia di Bergamo, era scappato e, braccato dalle forze dell'ordine, ha deciso di costituirsi dopo 15 ore di fuga. Oggi il pm Letizia Ruggeri chiederà al gip la convalida dell’arresto. La donna, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, da qualche giorno si era trasferita dalla sorella insieme alle tre figlie. L'uomo l'avrebbe aggredita mentre stava rincasando al termine del turno di lavoro in un ristorante: l'ha aspettata nel cortile, si è nascosto dietro il portone e l'ha accoltellata al petto e al collo. A scatenare la furia omicida potrebbe essere stata la gelosia. Quattrocchi viene descritto come un uomo dal carattere "spigoloso". Mai nessun problema tra i due, almeno fino a qualche tempo fa. Solo la settimana scorsa in casa erano arrivati i carabinieri, a cui la 36enne aveva raccontato, senza però denunciarlo, che negli ultimi tempi lui aveva "crisi di gelosia", ricevendo così il consiglio di allontanarsi e andare a vivere da qualche altra parte. Ad una amica avrebbe confidato che il compagno era diventato prepotente, che aveva iniziato a minacciarla: "Se tu vai via, io mi uccido e uccido anche te", le aveva detto. I carabinieri erano passati da via Alberto da Giussano a Cologno al Serio due ore prima dell’omicidio di Zinaida Solonari, la moldava di 36 anni ammazzata sabato notte dal marito Maurizio Quattrocchi, 47 anni, per controllare che tutto fosse in ordine all’abitazione della sorella della donna, dove Zina, com'era chiamata, si era rifugiata da qualche giorno. Lo ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo, colonnello Paolo Storoni, stamattina durante una conferenza stampa con il procuratore facente funzioni Maria Cristina Rota. Zinaida Solonari si era presentata due volte dai carabinieri negli ultimi giorni per denunciare le violenze verbali del marito: il 23 settembre e giovedì 3 ottobre, tre giorni prima dell’omicidio, dopo essere stata aggredita dal marito. A quel punto si era trasferita, su suggerimento dei carabinieri, dalla sorella.