Le Guardie Giurate volontarie del WWF di Caltanissetta hanno colto in flagrante un bracconiere intento a catturare degli esemplari di cardellini, specie protetta particolarmente apprezzata per il piumaggio variopinto e il canto melodioso. L'uomo, classe '72 e residente a Gela, stava utilizzando una coppia di reti di quasi due metri di lunghezza nei pressi di un torrente nella piana di Gela. Nascondendosi sotto delle frasche, l'uomo riusciva a catturare i piccolo uccellini grazie alla rete e a un "richiamo vivo", un cardellino rinchiuso in una gabbietta appesa a un albero. Ma l'uomo ha persino fatto ricorso al cosiddetto "zimbello", ovvero un uccellino con una zampetta legata con uno spago ad un trespolo di legno che veniva fatto oscillare. Tirando una cordicella, l’uccellino era costretto a svolazzare per restare in equilibrio. I movimenti servono a indurre gli esemplari liberi a calare negli appostamenti. Il povero cardellino è stato recuperato dalle Guardie WWF stremato per il continuo dibattersi delle ali. Le Guardie Giurate WWF hanno quindi contattato il Reparto Territoriale dei Carabinieri di Gela per richiederne il supporto. Il bracconiere è stato quindi fermato ed identificato dopo essere stato trovato in possesso di attrezzatura da uccellagione e dei due cardellini usati come richiamo e zimbello. Una volta proceduto al sequestro, gli animali sono stati prima visitati dei Veterinari dell’ASP Distretto di Gela e poi liberati in natura. L'uccellatore gelese, quindi, è stato deferito all'Autorità giudiziaria per varie ipotesi di reato: esercizio dell'uccellagione (previsto l'arresto fino ad un anno o l'ammenda fino a 2.065 euro), detenzione di specie particolarmente protette (arresto fino a otto mesi o l'ammenda fino a 2.065 euro), uso di richiami vietati (ammenda fino a 1.549 euro) e maltrattamento di animali (arresto fino ad un anno o ammenda fino a 10.000 euro). “Nel Nisseno come nel resto della Sicilia quelli dell'uccellagione e del traffico di cardellini ed altri fringillidi sono fenomeni di palese illegalità duri a morire - denuncia Ennio Bonfanti, coordinatore del Nucleo provinciale Vigilanza WWF -; tuttora dalle nostre parti vi sono purtroppo numerosi soggetti che, con reti e trappole, si dedicano praticamente tutto l'anno ed ogni giorno a catturare i piccoli uccelli canori. Gli uccelli sottratti alla vita selvatica sono poi venduti in maniera clandestina agli “amatori” ed allevatori, che sono disposti a pagare anche centinaia di euro per un buon esemplare di cardellino dal canto melodioso. Un traffico che si autoalimenta costantemente, per cui non è raro vedere in piena città decine di gabbiette appese ai balconi in cui sono detenuti cardellini ed altri volatili selvatici. Le Guardie del WWF - prosegue Bonfanti - si sono specializzate nella lotta a questo fenomeno di bracconaggio “autoctono”, in collaborazione con l'Arma dei Carabinieri e le altre forze di polizia locali: seguendo le segnalazioni dei cittadini e le proprie indagini, gli Agenti del WWF ogni anno organizzano controlli mirati, denunciando periodicamente vari uccellatori e trafficanti”.