Lui avrebbe in qualche modo armato la mano di un killer. Questo, almeno, è quanto ha ritenuto la procura distrettuale. Sì, perché lui avrebbe procurato il fucile imbracciato da un sicario per un omicidio a Riesi. Arma non è stata mai trovata perché sarebbe stata smembrata e le varie componenti sarebbero state sotterrate in campagna. È la contestazione a suo carico. È l'accusa che pende sul ventottenne di Riesi, Loris Cristian Leonardi (ora assistito dall'avvocato Danilo Tipo) tirato in ballo per l'ipotesi di porto d'arma.Imputazione per cui sarà processato dal giudice Santi Bologna, mentre a rappresentare l'accusa sarà il pubblico ministero Davide Spina che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio del ragazzo. La vicenda che lo vedrà sul banco degli imputati è legata a doppio filo all'inchiesta relativo a un agguato scattato del Riesino oltre un anno e mezzo fa. È stato allora che il trentottenne, anch'egli riesino, Salvatore Fiandaca, è stato ucciso con tre colpi di fucile sparati da distanza ravvicinata. Un delitto che - secondo la ricostruzione operata da inquirenti e investigatori dell'Arma - sarebbe maturato sull'onda di un sospetto giro di droga in paese. Contrasti sorti su questo fronte, secondo l'impianto accusatorio. La notizia completa nel Giornale di Sicilia in edicola