Il sottosuolo di Gela continua a restituire straordinarie testimonianze del passato. A due settimane dall'ultimo importante ritrovamento del sarcofago e dello scheletro integro effettuato in quella che certamente è una necropoli greca, nel corso dei lavori per la fibra ottica curati da Open fiber, in via Di Bartolo, nel quartiere Borgo, è stato individuato un lembo di necropoli di età arcaica, risalente al VII-VI secolo a. C. Sotto l'alta sorveglianza della soprintendenza di Caltanissetta, durante gli scavi sono state individuate due sepolture delle quali, la più antica è costituita da un'hydria (un vaso con collo e corpo di diversa dimensione, normalmente utilizzato come contenitore d'acqua ma anche come urna cineraria) con fine decorazione a onda continua sull'orlo. Quest'ultima, in questo caso, è stata riutilizzata come urna per accogliere le piccola ossa di un neonato ritrovate all'interno. Il livello di frequentazione della necropoli appare ricchissimo per la presenza di innumerevoli frammenti di stile proto corinzio, corinzio e attico. Tra le tante testimonianze scoperte, si evidenziano circa venti reperti ceramici appartenenti allo stile di Fikellura, prodotta a Rodi tra il 560 ed il 495 avanti Cristo. Il reperto più antico è una bellissima coppa su piede proto corinzia databile tra il 700 ed il 651 avanti Cristo. Probabilmente fu deposta durante il rito funebre, accompagnato da macellazione e cottura di animali di grossa taglia dei quali sono stati ritrovati alcuni resti. L'articolo nell'edizione di Caltanissetta del Giornale di Sicilia