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Il prefetto Di Stani: "Caltanissetta è tra le città più sicure"

Accoglie tutti con un sorriso, sempre, Cosima Di Stani il prefetto di Caltanissetta che a distanza di un anno dall'insediamento traccia un bilancio. Cordiale e risoluta così la definiscono quelli che l'hanno conosciuta in questo anno trascorso in città. «La città mi piace moltissimo per la sua centralità, il che è un notevole vantaggio perché consente di spostarsi facilmente e ciò non è da sottovalutare» dice. «Ho trovato una città dove la popolazione è affettuosa e sincera e trovo ciò estremamente positivo», aggiunge. Ha chiare le problematiche che attanagliano il capoluogo nisseno, distante da tutto a causa degli eterni lavori di ampliamento della statale 640.

Ad un anno dall’insediamento come trova questa città adesso che ha avuto modo di conoscerla meglio?

La città mi piace moltissimo, trovo che abbia una centralità rispetto a tutta la Sicilia, il che è un notevole vantaggio perché consente di spostarsi facilmente e ciò non è da sottovalutare. Ho trovato una città dove la popolazione è affettuosa e sincera e trovo ciò estremamente positivo.

Anche se la città al momento è abbastanza isolata come vie di comunicazione cosa può fare il prefetto?

Certamente c’è un gap sotto il profilo della viabilità basti pensare alla strada statale 640. Io ho sottoposto, sin dal mio arrivo, le problematiche legate al blocco dei lavori al Governo nazionale, ho portato il grido di aiuto degli imprenditori. Sono stata più volte contattata dalle autorità governative che mi hanno chiesto informazioni dettagliate sulla vicenda. Indubbiamente la presenza di un Viceministro nisseno agevolerà senz’altro non solo un’approfondita conoscenza a livello centrale delle problematiche della viabilità del territorio, ma anche le possibili soluzioni; in ogni caso, la Prefettura è aperta al territorio per fronteggiare ogni rischio di criticità che possa emergere.

Caltanissetta è una città sicura?

Io distinguerei la situazione del Capoluogo da quella della provincia. In particolare, c’è grande attenzione alla situazione della sicurezza di Gela, per la presenza di episodi (danneggiamenti e incendi soprattutto) che implicano massima esigenza di vigilanza e di controllo e richiedono costanti iniziative sia sotto il profilo della prevenzione che della repressione. Nel Capoluogo, la situazione è meno critica, i reati sono assolutamente contenuti anche se va posta molta attenzione al tema dello spaccio di droghe. Devo dire inoltre che la Città di Caltanissetta, rispetto ad una consolidata presenza di stranieri, evidenzia un discreto livello di integrazione o quantomeno di tolleranza molto qualificata. Ho rilevato anche una elevata qualità del senso civico che agevola indubbiamente il lavoro delle forze di polizia.

Parliamo dei centri di accoglienza.

Come ben sa, a Caltanissetta insistono sia la struttura del Cara che quella del Cpr; sono due situazioni completamente differenti. Nel Cara attualmente ospitiamo 383 migranti e non si sono mai registrate criticità se non quelle legate al mantenimento dei livelli occupazionali degli operatori impegnati nella struttura, anzi c’è un ottimo rapporto tra gli operatori e gli immigrati. Diversa è la situazione del Cpr, dove vi è una capienza giornaliera di 62 migranti; in tutti i centri di rimpatrio accadono episodi di resistenza o tentativi di fuga, sono connaturati al tipo di struttura e, pertanto, c’è massima attenzione da parte delle Forze di Polizia.

Perché si dice che i lavori della commissione territoriale sono lenti e dunque i tempi si allungano molto?

All’interno del Centro di Accoglienza di Contrada Pian del lago fino ad aprile 2018 operava una Sezione della Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Siracusa. Successivamente all’assunzione di nuovi funzionari dell’Amministrazione Civile dell’Interno ed alla riorganizzazione ed al riassetto delle Commissioni Territoriali su tutto il territorio nazionale, la Sezione è stata chiusa e competente per la trattazione delle istanze per il riconoscimento della protezione internazionale per i richiedenti asilo accolti nella provincia è unicamente la Commissione Territoriale di Siracusa. In ogni caso, oggi la Commissione opera in tempi ristrettissimi e conclude l’intero iter procedurale, dalla presentazione dell’istanza (Mod. C3) alla decisione finale, (mediamente 1 settimana per i trattenuti al CPR e mediamente 45 gg. per i richiedenti asilo accolti al Centro di Accoglienza). Inoltre, per la valutazione delle istanze presentate dai trattenuti al CPR, i membri della Commissione si recano all’interno del Centro di Accoglienza per effettuare le audizioni due volte alla settimana.

L’ultimo Comune della provincia in ordine di tempo sciolto per mafia è stato San Cataldo al momento commissariato. Spesso accade che la politica va via, in conseguenza dello scioglimento ma resta l’apparato burocratico, a volte l’inquinamento però sta dentro l’apparato dirigente.

In verità il testo unico degli enti locali prevede anche per i dirigenti e/o dipendenti, nei Comuni dove ci siano conclamate situazioni evidenziate dalla relazione prefettizia, la possibilità dell’adozione di provvedimenti utili a far cessare ogni pregiudizio per l’ente locale, come ad esempio la sospensione dal servizio o la sua destinazione ad altro ufficio o mansione.

E’ sempre la politica quella corrotta?

No, direi di no. In ogni caso, il tentativo di condizionamento deve avere un carattere oggettivo: concreti univoci e rilevanti elementi sui collegamenti diretti ed indiretti ovvero forme di condizionamento delle decisioni degli organi elettivi. Così prevede la normativa in materia ed è necessaria, pertanto, tanta attenzione e vigilanza.

Ci sono comuni storicamente molto caldi nella nostra provincia?

Ho sempre in grande attenzione tutte le situazioni che si sviluppano nei territori. Una grandissima attenzione né vi sono Comuni meno attenzionati di altri.

Quali sono per lei le più grandi criticità del nostro territorio?

La sicurezza pubblica, che va sempre grandemente monitorata anche per i profili di sicurezza urbana, l’occupazione soprattutto in relazione al lavoro irregolare e a quello in nero, la tutela dell’ambiente e la sicurezza sul lavoro.

I prossimi impegni?

Ho convocato un tavolo per studiare il fenomeno del lavoro nero: è una materia che mi sta molto a cuore, posta alla mia attenzione dai sindacati. Inoltre un altro tema da approfondire con Gela e Caltanissetta e San Cataldo è quello riguardante la sottoscrizione di un patto per la sicurezza urbana. Io penso che soprattutto per i grandi Comuni della provincia sia importante operare per il contrasto di fenomeni di degrado, perché il tema della vivibilità urbana non va mai sottovalutato, e consente di innalzare nel cittadino la percezione della sicurezza e ciò va a vantaggio di tutta la comunità. Sto poi lavorando particolarmente con il Comune di Gela per mettere a punto un progetto di video sorveglianza per il quale richiedere un finanziamento al ministero. Non mancano poi le iniziative messe in campo per favorire un’alleanza educativa tra mondo della scuola e le varie agenzie preposte alla tutela della legalità e coordinate dalla Prefettura.

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