Rimangono sotto sequestro, le due società riconducibili a Rocco Palmeri, un imprenditore gelese di 60 anni, che lo scorso 20 gennaio, è finito agli arresti domiciliari nell'ambito di un'operazione condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dal procuratore di Gela, Fernando Asaro.
Il tribunale del Riesame di Caltanissetta, accogliendo la tesi accusatoria della Procura, ha rigettato i ricorsi proposti oltre che dallo stesso Palmeri, anche da un suo cognato omonimo, Rocco Palmeri ma di 68 anni, e della figlia di questi, Dorotea Palmeri, di 45 anni, raggiunti, anche loro lo scorso gennaio, da una misura coercitiva dell'obbligo di firma.
L'operazione, era culminata nel sequestro preventivo di due società operanti nel settore della distribuzione della carne e dell'autotrasporto, la «Carni del Golfo srl» e la «Tir Italia Autotrasporti srl», entrambe affidate ad un amministratore giudiziario e il cui valore ammonterebbe a sei milioni di euro. Tra l'altro, lo scorso 5 febbraio, Rocco Palmeri, inizialmente agli arresti domiciliari, è finito nel carcere di contrada «Balate» avendo violato le prescrizioni imposte con l'iniziale provvedimento restrittivo.
L'imprenditore gelese è accusato dal gip del tribunale di Gela, di trasferimento fraudolento di valori, avendo intestato il proprio patrimonio, del valore di sei milioni di euro, a dei parenti, risultati suoi prestanome.
L'articolo completo nell'edizione di Agrigento, Caltanissetta ed Enna del Giornale di Sicilia di oggi.
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