Quel suicidio poteva essere evitato dallo specialista. Per questo motivo la famiglia della vittima riceverà un risarcimento di 850 mila euro dall'Asp nissena per la morte di Rosaria. La sancataldese aveva partorito da poco meno di tre mesi il suo secondogenito una bambina, quando si lanciò dal balcone della sua casa. Era il 2 settembre 2009.
Rosaria soffriva di depressione post partum. Il giorno del suicidio aveva bevuto un intero flacone di un forte sedativo. Il caso venne chiuso come una tragedia familiare. Il marito, invece, non si era rassegnato. Una fine che, secondo lui, poteva essere evitata.
Perché quel 2 settembre si era rivolto allo psichiatra che seguiva Rosaria raccontando che la moglie aveva ingoiato una intera boccetta di psicofarmaci, ma la donna fu rimandata a casa dal medico «che non predispose alcun accertamento».
L'articolo nell'edizione di Caltanissetta del Giornale di Sicilia
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia