È dalla Capitale che è arrivato il colpo di spugna alla colpevolezza. Che era stato sancito in appello, sovvertendo un verdetto assolutorio in primo grado, per presunte aggressioni, non fisiche ma con tanto di minacce, ai danni del sindaco di Delia. La Suprema Corte, nei giorni scorsi, ha accolto le ragioni della difesa e ha annullato, seppur con rinvio, il precedente verdetto di colpevolezza. Tutto da rifare per il trentasettenne di Delia, Giuseppe Randazzo (assistito dall'avvocato Giuseppe Fazio) nei confronti del quale è stata rimessa in discussione la colpevolezza e, con essa, la condanna a 2 anni di reclusione, oltre al pagamento delle spese di entrambi gradi del giudizio. Gli era stata inflitta in appello per le ipotesi di violenza e minacce continuate a pubblico ufficiale. Contestazioni che sarebbero legato a episodi che si sarebbero verificati ai danni dell'attuale sindaco di Delia, Maria Gianfilippo Bancheri che, però, nel procedimento che ne è poi derivato, ha deciso di non costituirsi parte civile. Ora la Cassazione ha rimesso tutto in gioco disponendo la celebrazione di un nuovo processo d'appello, il quarto in assoluto. E potrebbe anche non essere l'ultimo. L'articolo completo sull'edizione del Giornale di Sicilia in edicola