Antonello Montante, rompe il silenzio e dice che vuole parlare. Lo ha fatto nel corso dell’udienza svoltasi questa mattina nell’ambito del processo che si celebra in corte d’Appello a Caltanissetta, con il rito abbreviato, nei confronti di cinque imputati accusati di aver fatto parte del cosiddetto «Sistema Montante». Sono state fissate tre udienze per l’esame di Montante, che in primo grado è stato condannato a quattordici anni di carcere. Sarà chiamato a deporre l’11, il 12 ed il 18 giugno. «Montante, che nel processo di primo grado non ha mai reso dichiarazioni per le sue condizioni di salute - spiega il suo avvocato, Carlo Taormina - ha ritenuto che la corte nissena che deve giudicarlo sia da ritenere affidabile ed imparziale e che questa sia la sede giusta per mettere fine al massacro al quale continua ad essere sottoposto e che merita la dovuta risposta». La Corte ha anche accolto l’eccezione sollevata dalla difesa di Montante sulla inutilizzabilità delle dichiarazioni rese davanti al Gup nel processo di primo grado e ha disposto una nuova deposizione di Alfonso Cicero, fissando l’udienza del 28 maggio. Cicero, doveva essere sentito non in qualità di testimone ma in qualità di indagato di reato connesso. Cicero, ex presidente dell’Irsap, è parte offesa, parte civile e «teste chiave» nel processo sul Sistema Montante. Il procedimento in cui è indagato per reato connesso riguarda una denuncia per diffamazione presentata nel 2018 da Salvatore Iacuzzo (ex direttore del Consorzio Asi di Caltanissetta), per la quale la Procura della Repubblica di Caltanissetta ha già chiesto per due volte l’archiviazione in quanto non ha commesso il fatto. Nel corso dell’udienza camerale tenutasi il 6 aprile scorso innanzi il Gup, Omar Gigi Modica, il Pm Maurizio Bonaccorso ha nuovamente richiesto l’archiviazione del procedimento in quanto Cicero nell’audizione in Commissione Antimafia del 2014 non ha diffamato Iacuzzo ma ha soltanto rappresentato la verità dei fatti. Si è in attesa che il Gup emetta il provvedimento. Il Pm, nella prima richiesta di archiviazione ha evidenziato che l’iscrizione di Cicero sarebbe avvenuta per mero errore.