La Direzione investigativa antimafia ha eseguito un provvedimento di confisca di beni emesso dal Tribunale di Caltanissetta nei confronti di un imprenditore ritenuto «contiguo» al noto clan Rinzivillo facente capo a cosa nostra di Gela. «Il suo spessore criminale - sottolinea la Dia - era stato evidenziato nel corso delle indagini dell’operazione 'Extra fines-Druso', che nell’ottobre del 2017 culminarono col suo arresto per estorsione, aggravata dal 'metodo mafioso'». Gli accertamenti effettuati hanno «messo in evidenza 'l'anomalo' incremento di ricchezza dell’imprenditore gelese rispetto alla dichiarata posizione reddituale, risultata sproporzionata in rapporto al consistente patrimonio finanziario ed immobiliare da lui accumulato negli ultimi decenni». La confisca ha interessato 30 immobili tra fabbricati e terreni (situati in Sicilia, Basilicata e Molise), 2 società di capitali, 2 ditte individuali, 3 impianti di produzione di energia rinnovabile da fonte eolica «Aereogeneratori - Pala Eolica» localizzati a Campobasso e a Potenza, una partecipazione societaria, 4 autoveicoli e svariati rapporti bancari per un valore stimato pari a circa 2 milioni e mezzo di euro. Nei confronti dell’uomo è stata disposta anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale della pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per la durata di due anni.