Violentata durante le ore del catechismo. È una squallida storia quella che si è consumata - secondo la ricostruzione dell’accusa- nel 2018 in una parrocchia di Gela dove una ragazzina (che all’epoca dei fatti non aveva compiuto nemmeno 14 anni) avrebbe subito i palpeggiamenti, i baci e le carezze da parte del suo catechista, da parte di chi avrebbe dovuta proteggerla e invece le avrebbe rivolto le sue morbose e ossessive attenzioni.
L’uomo, un cinquantenne di Gela, laico, (D. C. le sue iniziali), è finito agli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Gela, su richiesta del sostituto Mario Calabrese e del procuratore Fernando Asaro, è stato eseguito dalla polizia. Il cinquantenne è accusato di violenza sessuale aggravata dall’essere stata commessa su una minore di 14 anni.
A fare emergere questa sconcertante e terribile vicenda al vaglio della Procura, è stata la segnalazione arrivata dal consultorio familiare di Gela, al quale la famiglia della vittima si è rivolta per avere aiuto e assistenza. Il caso getta una nuova ombra sulla Diocesi di Piazza Armerina, di cui Gela fa parte, dopo l’arresto il 27 aprile di quest’anno di don Giuseppe Rugolo, il parroco accusato di avere abusato, quando ancora si trovava a Enna, tra il 2009 e il 2015 di un giovane, da quando quest’ultimo aveva 15 anni e fino ai 20 anni.
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