Uno avrebbe scambiato la provetta di sangue della figlia con la sua, l’altra avrebbe consentito un prelievo bypassando il regolamento ospedaliero. Tutto per coprire la ragazza scoperta dalle forze dell'ordine ubriaca alla guida della sua auto. Tradotto nel concreto: colpevoli di concussione. Già, perché il secondo passaggio in aula ha ribaltato la prima sentenza sancendo l’affermazione di responsabilità per due medici. Entrambi, in primo grado, ne erano usciti «puliti». Ma adesso è arrivata la condanna.
Sul Giornale di Sicilia oggi in edicola un servizio di Vincenzo Falci
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