L’assessorato regionale alla Salute dovrà risarcire un dirigente delle spese legali sostenute a un processo che lo ha visto assolto. Ne dà notizia lo studio dell’avvocato Girolamo Rubino.
F.G., medico dirigente di una Unità operativa (5.1) del Dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico dell’assessorato della Salute della Regione Siciliana, era stato indagato ed imputato in un procedimento penale svoltosi presso il Tribunale di Gela, in concorso con altri. Nelle rispettive qualità di direttore generale, dirigente area interdipartimentale 5 e dirigente dell’Unità operativa, tutti appartenenti allo stesso Dipartimento regionale, secondo l’accusa avrebbero attestato falsamente, in calce al decreto dirigenziale relativo all’accreditamento istituzionale di una Rsa, il possesso di tutti i requisiti previsti dalle norme.
All’esito dell’udienza preliminare del 21 febbraio 2020, il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Gela aveva pronunciato una sentenza con cui aveva dichiarato il non luogo a procedere nei confronti degli imputati, perché il fatto non costituisce reato.
F.G., assolto dai reati contestati, aveva chiesto all’amministrazione di appartenenza il rimborso delle spese legali sostenute per la difesa in giudizio. L’amministrazione regionale, in ragione del parere negativo reso dall’Avvocatura distrettuale di Caltanissetta, aveva negato il rimborso richiesto.
A questo punto F.G., con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Daniele Piazza, ha citato in giudizio davanti al Tribunale di Palermo l’assessorato regionale della Salute. I suoi legali hanno contestato il parere dell’Avvocatura dello Stato, «la quale - spiega una nota -, anziché limitarsi ad operare una valutazione sulla congruità della parcella, aveva reso un’autonoma valutazione dei fatti oggetto del procedimento penale, definitosi, lo si ribadisce, in udienza preliminare con l’assoluzione del dr. F.G. «perché il fatto non costituisce reato».
Con ordinanza del 5 gennaio 2022 il Tribunale di Palermo – Sez.III Civile – ha integralmente accolto l’azione promossa dagli avvocati Rubino e Piazza, condannando l’assessorato regionale della Salute al pagamento di quanto richiesto, oltre alle ulteriori spese giudiziali. In particolare, il Tribunale ha affermato che nel caso specifico il fatto-reato per il quale il dr. F.G. era stato giudicato dal Tribunale di Gela, una fattispecie di falso, era stato allo stesso contestato, «in quanto commesso nella qualità di dirigente dell’assessorato regionale e l’imputazione era relativa ad un atto di ufficio ed altresì che la sentenza, definitiva, era stata di non luogo a procedere perché il fatto non costituiva reato».
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