Hanno cambiato idea i difensori degli imputati del processo al Sistema Montante. Ieri nell’aula bunker del Malaspina l’avvocato del generale Ardizzone, Giuseppe Dacquì ha chiesto l’ingresso dei giornalisti in aula, lo stesso difensore che il primo di giugno dello scorso anno all’inizio del processo d’appello con rito abbreviato che si tiene a porte chiuse, aveva dato il suo diniego all’ingresso in aula della stampa dopo una richiesta formale dei cronisti indirizzata alla presidente della corte d’appello. «Gli unici che oggi possono essere consultati sono gli imputati – disse a giugno Dacquì- non ci sono altre parti e quindi per quanto riguarda la posizione di Ardizzone, noi chiediamo che venga svolto in forma di camera di consiglio». Allora, come accaduto ieri il procuratore generale Giuseppe Lombardo si è opposto. La corte presieduta da Andreina Occhipinti ha rigettato la richiesta. «Ho sempre fatto il mio dovere, non ho mai rivelato niente a nessuno». Queste le prime parole, salito sul pretorio, di Andrea Grassi ex questore di Vibo Valentia che ha deciso di fare dichiarazioni spontanee. «Io credo nella giustizia – ha detto Grassi, difeso dall’avvocato Cesare Placanica del Foro di Roma -. La stessa sentenza ha riconosciuto che non c’entro nulla con Montante». Al termine della requisitoria, l’accusa chiese per Grassi la riduzione della pena, da un anno e quattro mesi a dieci mesi e venti giorni. Il Pg ha chiesto le attenuanti generiche per Grassi perché, ha rimarcato l’accusa, «era estraneo al sistema Montante» e «non era animato da alcuna volontà di favorire il sistema». Grassi oggi presta servizio in un dipartimento del Viminale. A seguire è stato il turno della difesa del generale Gianfranco Ardizzone condannato in primo grado a tre anni. Le prossime udienze sempre dedicate alle difese, venerdì 4 e sabato 5 febbraio parleranno il difensore di Diego Di Simone Perricone Marcello Montalbano e l’avvocato di Marco De Angelis condannato a 4 anni, Monica Genovese. Concluderanno le udienze dedicate alle arringhe difensive Giuseppe Panepinto e Carlo Taormina difensori dell’imputato principale Antonello Montante.